Desidero condividere alcune riflessioni sull'importanza del documentare il proprio lavoro a scopo divulgativo e referenziale.
Personalmente sono poco incline all'offrire al fruitore i miei "titoli di studio", o porre davanti a me il nome del mio maestro (che saluto con affetto ed a cui indirizzo tutti coloro che desiderano imparare) per il semplice fatto che oggigiorno valgono poco e nulla, soprattutto in campo artistico. Provengo da studi accademici in pittura ed ho osservato molti miei colleghi di corso lavorare: diversi bravi artisti, moltissimi mediocri... che pero' lavorano senza particolari problemi perche' si pubblicizzano molto ed il fruitore, "impressionato" da un sito o dalla quantita' dei lavori o dalle precedenti committenze, pensa di stare osservando un eccellente pittore (impressione poi rafforzata dal titolo di studio).
Io personalmente sono dell'opinione che deve essere l'opera a parlare da se', senza titoli di studio ne' altro. La qualita' emerge, sempre. Il mio consiglio e' quindi quello di cercare sempre la massima qualita' possibile, sia come fruitore che come artista; questo spingera' la comunita' degli iconografi a ricercare bellezza maggiore nelle icone ed innalzare il livello di preparazione (sia da parte del compratore che da parte del pittore). In iconografia l'artista, se vuole essere aderente al proprio lavoro, DEVE farsi da parte e lasciare che l'icona sia tutto cio' che deve colpire il fruitore. Non a caso le icone non si firmano.
In questo Blog, parlando di aspetti tecnici e teorici della pittura d'icone (ad essere tecnici dovrei dire "scrittura d'icone"), non posso non parlare della documentazione adeguata del proprio lavoro, strumento indispensabile per tenere ben registrati i propri progressi (l'artista e' sempre il critico piu' spietato di se' stesso), per costruire una libreria di referenze utilissime a lavori successivi, per offrire al fruitore esempi immediati della qualita' del proprio lavoro.
Ecco alcuni consigli:
-Referenze: Studiate il piu' possibile il soggetto originale su carta. Piu' disegnate e piu' si prende coscienza degli equilibri di forme e volumi, della composizione, del peso di ciascuna linea. Educherete i muscoli del vostro braccio e della vostra mano a seguire le indicazioni del vostro cervello ed il lavoro a pennello ne guadagnera' in grazia e freschezza. Fate caso che nessuna linea della grafia e' uguale in "peso" da inizio a fine. Educatevi a riprodurre con un singolo tratto modulando la pressione della matita su foglio quando una linea e' marcata e quando e' leggera. Raccogliete tutto in un faldone dividendo per progetti: quando tornerete su tale progetto avrete molto del lavoro gia' svolto e se lo desiderete (e credo proprio di si) sara' immediato tornare a perfezionare alcuni aspetti del lavoro riprendendoli da dove "erano stati lasciati".
-Divulgare: Mostrare il proprio lavoro e' il modo migliore per aiutare il fruitore a scegliere l'icona adatta alle proprie esigenze. La strategia migliore e', per tale scopo, mostrare una immagine dell'originale antico ed una foto della copia moderna dell'icona.
In questo frangente apro una parentesi di cruciale importanza: la qualita' della riproduzione.
Attualmente il miglior canale per divulgare la propria attivita' e' internet, si affaccia quindi l'esigenza di lavorare immagini digitali in modo adeguato. La fotocamere a pellicola sono naturalmente le migliori per catturare in modo preciso un'opera pittorica (il perfezionamento della chimica dello sviluppo fotografico e dell'impressione della pellicola vanno avanti da un secolo), ma lavorando tramite internet serve una fotocamera digitale.
Anche se il mercato offre oggi fotocamere digitali diq ualita' accettabile, non bisogna lesinare sul corpo macchina. Mediamente una fotocamera entry-level di qualita' professionale parte da 300€ circa. La scelta e' quasi obbligata verso una reflex. Meglio non lesinare sul corpo macchina e spulciare il mercato dell'usato per gli obiettivi: i risparmi sono notevoli. Meglio ancora se avete obiettivi vostri da reflex precedenti: portateli con voi in un negozio ed informatevi quali corpi macchina possono montarli.
La scelta della fotocamera e' tutt'altro che un "dettaglio", le immagini che viaggiano in rete sono compresse in formato jpg il quale taglia una parte delle informazioni-colore per garantire ridotte dimensioni, e' necessario quindi partire da una foto originale di alta qualita'... sommate anche il dettaglio che spesso e volentieri il monitor di molti navigatori e' malamente tarato ed i colori sfasano ancora una volta. Ho preparato qualche foto comparativa di un mio stesso lavoro ripreso con una compatta della Sony e la Reflex Canon Eos 350d acquistata recentemente.
In questo primo test (a sx in alto l'immagine restituita dalla reflex digitale, a dx in basso quella restituita dalla compatta) noterete come l'oro risulta piatto, i toni caldi sbiadiscono, la maggior parte dei dettagli e' persa a causa di una messa a fuoco ed un post-processing (da parte del sensore della compatta) piuttosto limitato. Anche gli approfondimenti scuri del mantello sono "sciacquati via".
In questo secondo test notate quanto si perda della profondita' dell'incarnato: la parte sx del volto ha perso tutta la profondita' grigio-verde data dal Sankir (il volto e' dipinto secondo il metodo Rublev), in basso la manica del Gesu' ha perso i punti luce e la profondita' verde-ocra che e' la base degli schiarimenti del modellato. Stesse mancanze dei punti luce anche sul Manto della vergine.
In questo terzo esempio ho isolato con un rettangolo rosso quanto restituito dalla fotocamera Reflex: notate la profondita' della base grigio-verde della manica di Maria, il Manto (Maphorion) di Maria ha un colore rosso ciliegia intenso dato dall'ematite (che con la compatta sembra un rosso slavato). Il manto che avvolge Gesu' e' un arancio intenso finemente modellato con toni caldi per gli approfondimenti... tutto cio' e' perso con la compatta e l'arancio vira decisamente di tono. Anche la resa della fodera rosa del Maphorion di Maria e' totalmente sballata usando la compatta.
Torno quindi a ribadire l'importanza del documentare il proprio lavoro e di quanto sia necessario disporre di una fotocamera all'altezza di tale compito
Ad Majora.
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