Quando saremo soddisfatti della grafia ottenuta, possiamo affrontare i passi necessari al trasferirla su tavola gessata e lucidata.
Per prima cosa controllate le proporzioni della culla della tavola che avete a disposizione e le proporzioni della grafia che avete disegnato: se avete una tavola di proporzioni adatte allora non c'e' nessun problema, ma se le proporzioni sono differenti allora dovrete fare qualche prova per vedere come sistemare la grafia in una culla differente. Per trovare un buon equilibrio compositivo, se lavorate con una tavola di proporzioni differenti a quelle del modello originale, tenete conto di questi punti fermi:
-Il nimbo puo' uscire sulla cornice ma non sovrapporsi al bordo rosso dell'icona
-Mani od altri elementi della grafia possono uscire sulla cornice ma non gli angoli inferiori della grafia: nel caso del S.Michele che stiamo osservando non possiamo far uscire dalla culla gli angoli inferiori dx e sx del corpo, se lo facessimo andremmo ad ignorare il ruolo della cornice.
-Cercare sempre di mantenere un rapporto tra masse piene e vuote di 2/3 (cioe' nella culla 1/3 dello spazio disponibile deve andare alla doratura di fondo).
Ad equilibrio raggiunto, sovrapponete la vostra grafia (se necessario fotocopiata nella giusta grandezza) alla tavola, fermatela con due pezzi di nastro adesivo (io uso quello a bassa presa) e ponete tra tavola e foglio la carta grafite. Ricalcate la grafia. Ricordate di riportare con una piccola crocetta anche il centro geometrico del nimbo ed il contorno del nimbo)
A questo punto avrete la grafia su tavola tracciata con un tratto a grafite. Con un pennello da grafia ritracciate la grafia usando un paio di gocce di china nera (non quella impermeabile) diluita con qualche goccia d'acqua (la china deve risultare scorrevole ma non slavata). Non preoccupatevi di essere precisissimi, lasciate spazio a piccole modifiche se le ritenete necessarie.
Prima di concludere bisogna incidere il nimbo per averne un riferimento preciso a doratura ultimata: io copro il centro geometrico del nimbo con un piccolo pezzo di plastica trasparente (1cm x 1cm) ottenuto dal plexiglass che copre cornici fotografiche economiche, poi lo fermo con del nastro adesivo. Di seguito punto il compasso sul centro geometrico del nimbo (ora protetto dalla plastica) ed incido delicatamente il contorno del nimbo con l'altra punta metallica del compasso.
Con una gomma ripulite eventuali sporcature della gessatura e residui del nastro adesivo. Potete ora affrontare la doratura della tavola.
Piccola nota per concludere: frequentemente sento di persone che incidono direttamente la grafia su gesso con una punta di metallo. Mi permetto di suggerire che e' un approccio sbagliato: l'incisione a "punta secca" e' un metodo utilizzato soprattutto per la produzione seriale di icone in botteghe a conduzione familiare, per lavorare velocemente su piu' pezzi (solitamente il garzone di bottega incideva la grafia fornita per poi passare la tavola ad altri i quali avviavano le campiture; e' un semplice espediente tecnico che serve a far risparmiare tempo, ma ingabbia la composizione).
Intendo dire che per fare icone non bisogna solo "seguire la tradizione", ma bisogna anche essere attenti all'estetica, sviluppare sensibilita' per forme e colori, ricercare il giusto colpo di pennello. Incidere la grafia significa ingabbiarla in una forma definitiva senza poterla piu' correggere... invece in corso d'opera noterete moltissimi dettagli da correggere: in dito non di forma giusta, una piuma da spostare, un labbro da fare leggermente piu' spesso. La ricerca della precisione data dall'incisione della grafia e' un finto vantaggio, per il semplice fatto che la "perfezione" che si cerca e' una falsa perfezione: dovete, si, cercare di essere aggraziati e precisi, ma un buon lavoro pittorico vive e risplende anche delle piccole imperfezioni date dai ripensamenti dell'autore. Provate ad osservare una granda icona come quella della "Trasfigurazione" di Teofane il Greco: noterete che e' piena di ripensamenti, sia piccoli che grandi.
Nell'immagine sotto (tratta proprio da tale icona) notate nelle mani come sono state variate, od in alcuni elementi delle vesti.Sono proprio questi ripensamenti che rendono piu' vivo il tratto. L'occhio puo' non registrali, ma il cervello si. Non chiudetevi in una gabbia con l'incisione della grafia, imparerete a gestire con piu' grazia il pennello. L'icona si DIPINGE, non si produce in "fasi".
Ad Majora
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