Wednesday, December 26, 2007

E' NATALE!

Un sincero augurio di un Santo Natale a tutti coloro che leggono queste righe.




Immagine tratta da: LINK

Friday, November 16, 2007

Il Bianco di Pb non e' ancora pronto

Stamane, dopo tanto pazientare, ho aperto la scatola contenente le lastre di piombo. Risultato: qualche barbiglio di bianco. Nulla di piu'. Ho cercato di recuperare un po' di colore, ma niente da fare. Il bianco non era abbastanza. Cio' che mi ha colpito maggiormente e' stato l'odore dell'aceto... o meglio... il NON odore dell'aceto.
Penso che il problema sia stato causato da un aceto non abbastanza concentrato.

Ho sostituito l'aceto con uno casalingo (se ne sente l'odore da 3 metri di distanza) e richiuso la scatola, ora strategicamente collocata accanto ad un termosifone.

Vedremo.

Friday, September 28, 2007

Come produrre il "Bianco di Pb"

Naturalmente il primo problema da superare e' ottenere il piombo: deve essere abbastanza puro, tagliato in lastre adatte al contenitore ove le metteremo a mordere. Si possono ricavare lastre anche da vecchie tubature, aperte e battute: il Pb e' un metallo estremamente tenero e malleabile; modellare le lastre sara' l'ultimo dei vostri problemi.
Il secondo ingrediente e' l'acido acetico, liquido volatile e moderatamente tossico. Meglio ripiegare su del comune aceto bianco da cucina che mediamente contiene il 9% di acido acetico.

IL CONTENITORE

Per costruire un contenitore ove sistemare le lastre ho optato per un contenitore in PVC semi-trasparente aquistabile per soli 2 euro all'Ikea. La plastica non subira' attacchi dai vapori dell'acido acetico, e' leggero ed essendo semi-trasparente, sara' possibile controllare con facilita' se le lastre staranno producendo colore senza aprire il contenitore. Nel mio caso il coperchio verra' utilizzato come piano a cui appendere le lastre. Il Pb e' un materiale estremamente pesante e, per rinforzare il coperchio e distribuire il peso delle lastre su tutta la sua superficie, ho applicato una lastra di legno truciolare. Ho traforato legno e coperchio ed inchiavardato 10 ganci d'acciaio a coppie di 2 ove appendero' 5 lastre.

Per garantire un ambiente a tenuta stagna, ho annegato bulloni e sostegni nel silicone. Per evitare attacchi dell'acido ho rivestito anche i ganci con uno strato di silicone. Le laste sono state forate ed ho creato, con delle fascette di plastica da elettricista, degli anelli: in questo modo il piombo non verra' mai a contatto coi ganci e si evitano probabili episodi di corrosione.

MORDATURA

Una volta completato il contenitore, sul fondo di esso vengono posti alcuni bicchierini di plastica contenenti l'aceto. Il coperchio con le lastre appese viene poi chiuso. Per garantire maggior isolamento stagno si appone del nastro adesivo lungo i bordi del coperchio. La scatola dovra' essere posta in un ambiente caldo e rimanere immobile il tempo necessario per ottenere il bianco, il quale si presentera' come uno strato di materiale bianco sulle lastre.

Oh Gioia, o Gaudio!

Dopo aver risparmiato ogni milligrammo di Bianco di Piombo, le riserve si sono praticamente esaurite. Aquistare altro bianco in negozio e' sempre un rischio, il colore e' notoriamente tossico e spesso i rivenditori non vendono il prodotto puro, tagliandolo con chissa' cosa...
Poi l'idea! Io non vivo in un paese legato alle norme comunitarie Europee! Forse si puo' ancora aquistare del piombo... cosa pressoche' impossibile in Italia; i pittori che posseggono del piombo lo custodiscono gelosamente, come reliquie... d'altronde con relativamente poca materia prima si puo' produrre bianco sufficiente per molti, molti anni.
Cosi' ho contattato un Idraulico qui di Varaždin il quale mi ha semplicemente risposto: "Quanti kg ne vuoi? Tubi o lastre?"

Oh Gioia, o Gaudio! L'ho subito aquistato, gia' tagliato in lastre e ripulito da macchie di ossidazione e polvere... Adesso sto preparando il contenitore per ottenere dal piombo il "carbonato basico di piombo"... o, piu' semplicemente, il bianco di piombo.

Wednesday, August 29, 2007

Cos'e' l'arte sacra?

Avvicinarsi alle icone, significa avvicinarsi a cio' che, nel senso piu' vero del termine, e' arte SACRA. Osservare un'icona, comprenderne il valore e le potenzialita,' puo' risultare difficile per chi ha formato la propria sensibilita' in una cultura figlia del rinascimento europeo. E' opportuno quindi provare a fare qualche passo indietro, come se davanti a noi avessimo un'immagine molto grande e fossimo incapaci di osservarla nella sua interezza con un solo colpo d'occhio. L'approccio migliore e' il porsi qualche domanda di piu' ampio respiro: Cos'e' l'arte SACRA e quando si definisce tale? Cosa successe all'arte sacra a seguito del rinascimento culturale europeo?

Iniziamo col definire cosa significa "sacro": nel mondo ebraico, greco e latino il concetto di "sacro" indicava qualcosa di "separato", di totalmente altro dall'uomo, ovvero la sfera del divino. La sacralità infatti non si configurava come qualcosa di morale, ma come una qualità che assumeva chi entrava in contatto con Dio.

Si puo' definire sacra un'opera rappresentante un evento (sacro) delle scritture, od uno o piu' personaggi (sacri) legati alla storia del cristianesimo? Non e' sufficiente: un rappresentazione generica e' solo un'opera classificabile come "soggetto sacro". La sacralita' come espresso precedentemente, e' una qualita' assunta nel momento in cui si crea un reale contatto con la sfera divina. Il concetto sembra semplice, ma in termini pratici come possiamo distinguere un'opera d'arte sacra da un'opera a soggetto sacro? Essenzialmente l'opera d'arte sacra deve avere una corrispondenza diretta con le sacre scritture. Le sacre scritture sono tali poiche' redatte su ispirazione di Dio (quindi tramite un contatto tra la divinita' e chi le scrisse) e descrivono le parole e la vita di Cristo. Sono, in essenza, il vero punto di contatto tra l'uomo e Dio. Per tale ragione il riferimento dell'arte sacra alle scritture non e' una semplice manifestazione di "coerenza" od un mero "tradizionalismo", ma la componente vitale ed essenziale che rende sacra un'opera che, altrimenti, sarebbe una semplice RAPPRESENTAZIONE del sacro. Solo se l'opera contiene le stesse caratteristiche e gli stessi contenuti delle sacre scritture allora e' pienamente SACRA.

Quali sono queste caratteristiche e quali i contenuti? Il CONTENUTO e' cio che l'evento descrive: i personaggi coinvolti, i gesti compiuti, l'ambientazione. Prendiamo ad esempio, dalla Genesi, l'episodio dell'ospitalita' di Abramo, immaginando un quadro rappresentante tre angeli in visita presso la tenda di Abramo: stanno colloquiando con lui, alle spalle di Abramo scorgiamo, all'ingresso della tenda, Anna, sul suo volto un'espressione che tradisce un misto di timore, reverenza ed incredulita'. Sul fondo potremmo scorgere un paesaggio con molte quercie (l'evento si svolege nella localita' chiamata Mamre, famosa per le sue quercie) e sotto una di essa una tavola apparecchiata, il servo di Abramo, in secondo piano, sta lavorando l'agnello da servire in pasto. I contenuti ci sono tutti, ma le caratteristiche delle sacre scritture trovano qui corrispondenza? Se il quadro e' rappresentato come una scena in reale svolgimento sotto i nostri occhi (pensiamo ad esempio ai quadri di Caravaggio), il contenuto e' presente, ma non le caratteristiche. Facendo un passo indietro, e' bene specificare quali caratteristiche intendo e sul come trovano corrispondenza in un MEDIUM differente quale e' l'immagine rispetto alla parola.

Le sacre scritture hanno una caratteristica unica ed essenziale: un duplice valore, sono SIA simboliche, SIA descrittive. Interpretare i testi sacri considerandoli solo simbolici significa ridurli ad un testo allegorico e non concretamente avvenuto nella storia umana. La venuta di Cristo potrebbe essere paragonata, secondo tale filosofia, a poco piu' di una favola. All'opposto dello spettro troviamo un altro grave errore interpretativo qualora cercassimo di analizzare le scritture solo da un punto di vista "descrittivo": tale scelta ci metterebbe davanti ad un testo "storico" narrante episodi avvenuti migliaia di anni fa, interessante dal punto di vista storico-antropologico e filologico, ma che difficilmente puo' essere fonte di sostegno e d'insegnamento per l'uomo oggi, che vive un contesto storico totalmente diverso da quello della Palestina di 2000 o 3000 anni fa.

Le scritture sono quindi sia simboliche che storiche. Questa caratteristica trova corrispondenza nell'arte solo se le rappresentazioni artistiche utilizzano sia il simbolo sia la descrizione. Un quadro che descrive nei dettagli l'ospitalita' di Abramo, con dovizia di particolari nel paesaggio, con cura per la correttezza prospettica e la resa spaziale dell'atmosfera, con attenzione per l'anatomia dei personaggi, con virtuosismo nella resa delle vesti… rimane comunque una interpretazione esclusivamente DESCRITTIVA dell'episodio, a prescindere della squisitezza dell'opera. L'arte sacra DEVE avere anche spazio per il simbolo. L'arte sacra tradizionale, in cui inseriamo l'iconografia, puo' essere riconosciuta come pienamente SACRA proprio perche' pur descrivendo "alla lettera" cio' che avviene nelle scritture, utilizza le sue stesse caratteristiche ricorrendo ad una descrizione simbolica (stilizzazione) delle forme, dei colori, delle prospettive, delle anatomie. La nostra storia dell'arte bolla l'iconografia come "primitivismo" proprio perche' non coglie la funzionalita' dell'arte liturgica e non comprende la necessaria corrispondenza tra simbolo scritto e simbolo tradotto, in pittura, nella stilizzazione.

Tracciata questa distinzione tra Arte Sacra ed arte a soggetto sacro, possiamo ora iniziare a comprendere cio' che successe all'arte liturgica nel corso degli eventi che hanno caratterizzato il "rinascimento culturale" europeo. Alla fine del 1200, non vi era sostanziale distinzione tra l'arte prodotta in Occidente ed in Oriente. Il colloquio tra le due chiese era tuttavia tumultuoso e proprio mentra si stava iniziando ad approfondire il dibattito sul valore teologico dell'arte e sul come correttamente intenderla e preservarla, le due chiese arrivarono allo stallo ad alla crisi che porto' alla scissione. La Chiesa orientale continuo' ad indagare sul valore sacramentale dell'arte, sviluppando una teologia organica e profonda. Le guerre iconoclaste orientali furono il crogiuolo in cui grandi teologi indagarono la teologia dell'immagine.

In Occidente cio' non avvenne, la Chiesa di Roma decise di dare alle immagini un semplice ruolo "educativo" a favore di coloro che non erano in grado di leggere e presto l'utilizzo combinato di descrizione e simbolo non fu piu' necessario; prese piede un nuovo modo di rappresentare il sacro, piu' emozionale e teatrale, piu' libero da simbolismi. Giotto si affaccio' al mondo dell'arte ed ebbe grandissimo successo, spingendo la ricerca artistica verso nuove direzioni. Inizio' l'indagine sulla prospettiva, sulla resa atmosferica, sull'anatomia correttamente rappresentata, su nuove tecniche che permettessero nuove rese cromatiche. Venne introdotto l'uso dell'olio come medium per i colori per poterli mantenere freschi e malleabili per maggior tempo. Risultati prima irraggiungibili con l'utilizzo di tempere, furono possibili grazie al lento processo di asciugatura della pittura all'olio.

Ma l'Occidente ha perso irrimediabilmente la possibilita' di capire ed accedere all'Arte Sacra? No. Il primo passo da compiere e' aquisire le informazioni necessarie ad un primo approccio con essa (comprendere, appunto, dove porre una linea distintiva tra arte Sacra ed arte a soggetto sacro); il secondo passo da fare e' collocare correttamente l'arte Sacra all'interno del piu' vasto panorama artistico mondiale. Come precedentemente specificato, l'arte e' Sacra solo se esprime le caratteristiche ed i contenuti delle Sacre scritture e l'arte occidentale ha subito una "deviazione" solo nel 1200, producendo cio' che, essenzialmente, e' arte a soggetto sacro… ma questo non significa che l'arte a soggetto sacro abbia "soppiantato" l'arte sacra come i mammiferi hanno soppiantato i dinosauri 65 milioni di anni fa. Coloro che sostengono questo tipo di approccio "evoluzionistico" all'arte, non comprendono che' l'arte sacra e' svincolata da tale logica perche' (come detto all'inizio) e' "separata", basata su scritture che sono sempre odierne grazie all'uso della descrizione e del simbolo.

L'arte sacra ci parla oggi, come parlava 800 anni fa e come ancora OGGI parla nelle chiese orientali. E' un patrimonio comune della chiesa indivisa, strumento liturgico e ponte ecumenico. Finestra sul divino e veicolo di preghiera, contatto con la realta' divina.

Pensare che sia "superata" e "folkloristica" significa mettere sotto la stessa luce le Scritture, tacciandole ora come "allegoriche" ora come "storiche". L'arte pienamente SACRA e' scrittura fatta in forme e colori.

Tuesday, August 28, 2007

Scene dallo studio

Oggi condivido 2 foto che Smiki mi ha scattato mentre stavo curando alcuni dettagli di una Madre di Dio. Il risultato finale potete vederlo qui.






Monday, August 20, 2007

La Trinita' di Rublev

Come specificato in questo mio post, sto studiando l'icona della Trinita' originariamente dipinta (usando i termini appropriati dovrei dire "scritta") da Andrej Rublev nel primo 30ennio del 13mo secolo. Studiarne la tecnica, la composizione, i colori, per l'iconografo non e' sufficiente... al fine di poter affrontare un lavoro iconografico, il pittore ha il dovere di entrare nelle profondita' dell'icona, scoprirne le radici, analizzare i passi delle sacre Scritture che ispirarono l'originale autore, comprendere quale messaggio si voleva trasmettere con la realizzazione del modello da cui si trae ispirazione. La Trinita' di Rublev e' considerata il massimo esempio tra le icone rappresentanti l'episodio biblico de “L'ospitalita' di Abramo”, riconosciuto come la prima prefigurazione del Dio Trinitario. Osservando altri esempi di icone sulla Trinita', notiamo subito la sinteticita' del lavoro di Rublev... laddove in altri esempi troviamo Abramo e Sara intenti a servire i 3 “viandanti”, con Rublev gli elementi presenti sono ridotti al minimo necessario: vediamo solo tre figure sedute attorno alla mensa apparecchiata per il pasto, alle loro spalle una “casa”, un albero, un monte. Ma e' meglio procedere con metodo ed analizzare le fonti: avvicinarsi ad un'icona solo osservandone l'estetica rende piu' difficoltoso coglierne la profondita'. Il passo biblico, qui reso visibile il linee e colori, e' contenuto nel libro della Genesi (18, 1-10):

“Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. 2 Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, 3 dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. 4 Si vada a prendere un po’ di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero. 5 Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto». 6 Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce». 7 All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. 8 Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentr'egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono.
9 Poi gli dissero: «Dov'è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». 10 Il Signore riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui.”

Il testo ci illustra tutti gli elementi che Rublev ha inserito nella propria Icona: I tre Viandanti (hanno il bastone da viaggio), la tenda (rappresentata come casa), l'albero sotto cui si siedono per mangiare, la mensa, il vitello offerto loro da Abramo... il solo elemento che sembra non comparire nel testo e' il monte, ma vi torneremo successivamente. Come precedentemente accennato, questo testo della Genesi e' il primo ad offrire una prefigurazione della trinita' divina. E' bene evidenziare che nell'iconografia tradizionale non troviamo mai rappresentazioni di Dio Padre, in quanto nel Vangelo troviamo scritto che Gesu' disse che il “Padre nessuno l'ha visto” e “chi vede Me, vede il Padre” (cfr. Gv 1,18). Per tale motivo il Cristo, viene utilizzato per la rappresentazione sia del Cristo sia di Padre dell'umanita'. Ma la Trinita' che visita Abramo viene descritta come “tre viandanti” e, sebbene Abramo si rivolga a loro col singolare “Signore”, cio' che i suoi occhi (ed i nostri occhi) vedono e' la prefigurazione di grandi avvenimenti futuri: Dio che invia il proprio Figlio tra di noi e lo Spirito tramite il Figlio. Davanti a noi siedono tre pellegrini, sono in viaggio, lo testimonia il bastone che ancora stringono in pugno, ma sono anche messaggeri... portatori di un messaggio, lo testimoniano le ali di cui sono dotati. Con questi primi elementi possiamo iniziare ad comprendere il messaggio dell'icona: non semplice “traduzione” visiva di un episodio biblico, ma rappresentazione della “Visita”. Dio si avvicina all'uomo e gli mostra la bonta' delle proprie promesse (a Sara ed Abramo conferma la propria divinita' promettendo solo cio' che Dio puo' promettere: una discendenza; a noi, osservatori, promette la sua vicinanza come Padre, come Figlio e come Spirito Santo). Stabiliti ora con maggiore sicurezza quale sia il messaggio di questo evento biblico e cosa Rublev abbia messo in evidenza con le proprie scelte stilistiche, possiamo osservare l'icona per cogliere altri dettagli utili ad arricchirne il contenuto.

I VIANDANTI:
Come gia' detto li identifichiamo come tali poiche' stringono in mano il bastone da viaggio, ma la loro origine divina ed il loro ruolo di messaggeri e' indicata dalle loro ali. Il loro capo e' circondato dal “Nimbo” (il termine con cui la cultura orientale indica cio' che noi conosciamo come una riduttiva “aureola”) simbolo della sapienza divina che dimora in essi e carattere distintivo, nell'iconografia, delle persone Sante. I tre viandanti sono vestiti tutti allo stesso modo: una lunga tunica ed un manto che li avvolge. La figura al centro e quella a destra vestono anche uno scapolare, elemento che contraddistingue i ministri del culto.
Precedentemente accennavo alla sinteticita' di Rublev... questa scelta stilistica trova ora giustificazione osservando il momento in cui sono “colti” i viandanti: il momento in cui, benedicando il pasto, si apprestano a consumarlo: scegliere tale momento significa focalizzare l'attenzione su di esso... cosa vuol dire? Il pasto condiviso e' segno di comunione, di un legame forte. I tre viandanti stanno per condividere il pasto offerto loro da Abramo, ma un posto attorno alla mensa e' vuoto...o meglio... siamo noi, come osservatori, ad occuparlo. Ancora una volta il tema della “visita” viene fortemente sottolineato e si arricchisce del suggerimento che Dio sta visitando NOI, condivide un pasto con NOI, e' con NOI che sta creando un forte legame. Qual'e' pero' la loro identita? Rublev non ce lo rivela: solitamente nelle icone il nome del personaggio rappresentato viene apposto accanto al personaggio stesso, ma in questa icona non sono presenti... Perche'? Forse perche' e' una icona prefigurativa della trinita'... Osservando pero' la gestualita', la posizione ed i colori delle vesti, possiamo, con ragionevole sicurezza, comprendere l'identita' dei commensali. Gerarchicamente, la figura al centro ha importanza maggiore, e' vestita con una tunica rosso scuro ed un manto Blu Lapis (cio' che noi chiamiamo oltremare). Questi due colori sono tradizionalmente attribuiti alle figure regali (anticamente solo persone molto ricche potevano permettersi vesti colorate di questi rossi e questi blu, come principi o re), e nel linguaggio iconografico, tali colori sono attribuiti a Cristo. Il posto pu' importante della composizione e' occupata quindi da Gesu'... perche' invece non da Dio Padre come sembrerebbe piu' logico? Per comprendere tale scelta bisogna entrare nella teologia della Trinita': non si puo' comprendere e vedere il Padre se non passando prima per il Figlio. Il Figlio e' la "porta" verso cui si accede alla Trinita'. Altro elemento che ci aiuta ad identificare il personaggio centrale col Cristo e la connessione che questo ha con altri elementi della tavola, i quali richiamano la Passione: l'albero, la mensa ed il Vitello, posizionati lungo l'asse centrale dell'icona. Su di essi tornero' piu' tardi. Il Cristo fissa lo sguardo sul viandante di sinistra, vestito con una tunica blu Lapis ed un manto cangiante rosa. Come il Cristo Egli benedice il pasto. I gesti che compiono sembrano simili, quasi a suggerire che l'uno trae ispirazione dall'altro. Questo suggerisce che alla Sx sia seduto Dio Padre, fonte dell'opera del figlio. Sopra di Lui e' rappresentata la tenda di Abramo, qui tradotta come una casa con porte e finestre aperte: essere presso il Padre, per noi equivale essere vicini all'accogliente “casa del Padre”.
Rimane il viandante di destra che puo' ora essere identificato come lo Spirito Santo, colui che soffia per il mondo e lo rinnova: non a caso lo Spirito e' vestito con una tunica blu (segno della Divinita') ed un mantello verde (simbolicamente vicino alla natura, alla creazione). Egli veste uno scapolare simile a quello del Cristo: questo dettaglio crea un parallelismo tra le due figure comunicante il forte legame tra Cristo, Spirito e sacerdozio-ministero. Alle sue spalle e' rappresentato il "monte", il luogo tradizionalmente inteso come "vicino a Dio" e probabilmente un richiamo al golgota della passione (tale possibilita' e' rafforzata dal come il monte sia inclinato verso l'albero). Nel Vangelo il "monte" e' il luogo ove Cristo ricerca la solitudine della preghiera, ove si compiono gli atti piu' straordinari (come la trasfigurazione o la moltiplicazione dei pani e dei pesci) dove Cristo ha parlato alle folle (il discorso delle beatitudini) ed ha insegnato ai propri discepoli come pregare.

RIFERIMENTI ALLA PASSIONE:
Il Monte, l'Albero, la Mensa, il Vitello, sono tutti elementi che richiamano la passione di Cristo. L'asse centrale dell'icona, occupata dal viandante identificato con Cristo, e' anche occupata dalla mensa, rappresentata come un altare su cui e' poggiato un largo piatto in cui scorgiamo il vitello offerto da Abramo. Il parallelismo tra questi elementi ed il sacrificio di Gesu' e' evidente. Sull'asse centrale e' presente anche l'albero sotto cui i tre viandanti sono invitati a sedersi da parte di Abramo (Mamre, la localita' ove si svolge l'incontro di Abramo, era famoso per le sue quercie). L'albero simboleggia il legno della Croce, attraverso cui la salvezza divina ha raggiunto l'uomo, ma il Cristo e' descritto nelle scritture anche come il "germoglio di Iesse”: Cristo si incarnera' nel mondo grazie all'intervento di Dio nella vita di Abramo, nella cui discendenza (annunciata proprio in questa “visita”) vi sara' Iesse ed il re Davide. Tale genealogia e' indicata nell'incipit del vangelo di Luca, tradizionalmente rappresentato... con un Vitello.
Un quinto elemento richiama la Passione ma e' meno evidente ad una osservazione superficiale dell'icona: i Viandanti ai lati, con la curva dei loro corpi, tracciano un calice contenente il Cristo-Viandante: Cristo stesso e' contenuto nell'offerta dell'eucarestia, prefigurata qui assieme alla passione nella visita ad Abramo.

L'icona e' uno strumento di preghiera, va osservata a lungo, va meditata. Solo la preghiera e l'osservazione dischiudono l'osservatore ad una realta' divina ricca di messaggi e di contenuti.

Ad Majora


Saturday, August 18, 2007

Yahoo Photos chiude...

Durante i miei primi tentativi nel creare una Personal Web Page, usai il servizio di upload di Yahoo. Recentemente ho ricevuto una loro mail che annuncia la chiusura del servizio... sembra proprio che il recente FLICKR abbia avuto talmente tanto successo dal decretare la fine di YahooPhotos (comunque entrambi di proprieta' della Yahoo).

Ho riscaricato sul pc le foto che erano li' parcheggiate da un anno circa. La mia abilita' nel manipolare foto digitali si e' nel frattempo ampliata. Sono riuscito finalmente a contenere problemi come saturazione eccessiva, contrasti e luminosita' sfalsate, messa a fuoco approssimativa. Foto che prima non osavo porre qui nel blog sono ora piu' che decenti (contando gli ancora evidenti limiti della fotografia digitale... soprattutto con una compatta di fascia bassa) .

Ecco i dettagli del "Cristo in trono", realizzato per la parrocchia Immacolata di Latina. La tavola misura 80x90 cm circa. Al centro e' il Cristo in gloria assiso in Trono. La tunica dorata impreziosita dall'assist, indica la regalita' del Cristo che a seguito della morte e della resurrezione, siede in tutta la sua gloria accanto al Padre come compimento dell'annuncio dei profeti.

In una mano regge il Libro ove e' citato un passo dell'apocalisse di Giovanni (21:5): "Colui che siede in trono disse -Ecco, Io faccio nuove tutte le cose-", scritto in greco moderno secondo commissione. Con l'altra mano il Cristo compie il duplice gesto di indicarSi (per sottolineare che e' pruprio Lui a parlare nelle parole del testo di Giovanni) e benedire.

Il Cristo e' contenuto in un ovale Blu lapis, simbolo che indica l'apertura ad una realta' divina (da interpretare, se volessimo tradurla all'occidentale... pratica comunque da evitare... come se stessimo osservando l'entrata di un tunnel)... spesso tale apertura viene rappresenta di "profilo" come un semicerchio nella parte alta della composizione (a questo proposito si puo' osservare nel mio portfolio l'esempio della "stigmatizzazione di S.Francesco"). La realta' divina in cui siede Cristo e' popolata di angeli che si muovono attorno al trono e la cui attenzione e' tutta rivolta al Signore che fa "nuove tutte le cose".

L'ovale che contiene Cristo interseca una forma che possiamo definire come un quadrilatero i cui angoli sono "tirati" in quattro direzioni differenti. Tale stilizzazione rappresenta il cielo, che nelle Scritture e' spesso descritto come un telo. Il Cristo stesso e' assiso in un secondo quadrilatero che indica il fulgore della Sua figura. Negli angoli del "cielo" sono presenti i 4 esseri viventi (collegati al Cristo dai raggi che da Lui scaturiscono) che Giovanni descrive nella sua "Apocalisse" (a sua volta ispirato da un passo del profeta Ezechiele), che S.Girolamo trovo' poi adeguati nel simboleggiare i 4 evangelisti a seconda del vangelo da loro redatto:

Giovanni con l'aquila (Vangelo piu' alto e teologico dei 4).


Matteo con l'uomo alato, l'uomo col ruolo di messaggero. L'angelo (Il Vangelo si apre con la Genealogia di Cristo creando un forte legame di Cristo con l'umanita').

Marco col Leone (Il suo Vangelo si apre con la Vicenda di Giovanni battista, il quale spinto dallo Spirito, si ritira in luoghi deserti ove "dimorava con le fiere" e la cui voce "Vox clamans in deserto" si eleva come un ruggito nell'annuncio della prossima venuta del Messia).

Luca con il Vitello (Il suo vangelo si apre con la vicenda di Zaccaria, servitore del tempio ed incaricato nella gestione degli olocausti da offrire a Dio, tra cui, spessissimo, gli agnelli ed i vitelli; il suo vangelo inoltre, pone particolare accento sul il parallelismo tra Gesu', morto innocente per i peccati del mondo, e l'agnello immolato sull'altare del tempio).

Il Cristo poggia i piedi su di uno sgabello dotato di 4 ruote alate di un rosso splendente; questo simbolo richiama fortemente il carro di fuoco con cui Elia fu' portato in cielo;

...ma un riferimento diretto lo troviamo ancora una volta in Ezechiele: "15 Mentre vedevo le creature viventi, ebbene, ecco, a terra c’era una ruota accanto alle creature viventi, presso le quattro facce di ciascuna. 16 In quanto all’aspetto delle ruote e alla loro struttura, era come lo splendore del crisolito; e tutt’e quattro avevano una sola somiglianza. E il loro aspetto e la loro struttura erano proprio come quando una ruota risultava in mezzo a una ruota. 17 Quando andavano, andavano nei loro quattro rispettivi lati. Non si voltavano quando andavano. 18 E in quanto ai loro cerchi, avevano una tale altezza che causavano timore; e i loro cerchi erano pieni d’occhi tutt’intorno a tutt’e quattro. 19 E quando le creature viventi andavano, le ruote andavano accanto a loro, e quando le creature viventi si alzavano da terra, le ruote si alzavano."



Penso sia abbastanza per il momento.
Ad Majora

Wednesday, June 20, 2007

Salvatore di Mosca (XV Sec.)

Ho appena completato il "Salvatore" del XV secolo commissionatomi. Questo modello e' stato da me precedentemente affrontato all'inizio del mio percorso di studi sulla tecnica iconografica. E' davvero rinvigorente confrontarlo con il "Salvatore" che completai quasi 2 anni fa.

Salvatore di Mosca (XV Sec.)



Friday, June 15, 2007

Aggiornamento

Dopo qualche giorno passato al mare, riprendo a lavorare ad una commissione richiesta proprio il giorno prima della partenza. Ben 2 Icone! Da consegnare in un paio di settimane. Sembrerebbe impossibile, ma una era gia' pronta (ho steso ieri la vernice finale) e la seconda e' un modello che iniziai mesi fa per una commissione non andata in porto: dovrei riuscire a completarla entro 2 giorni.

Fa' davvero caldo in questi giorni... almeno la verniciatura asciughera' velocemente...

Thursday, May 24, 2007

L'icona delle Icone

La trinita' di Rublev e' universalmente riconosciuta come tra i migliori esempi (se non IL migliore) dell'iconografia. Al momento ne sto studiando la grafia e la composizione. Il mio obiettivo e' di realizzarla, con la dovuta cura, entro Novembre.

Friday, April 06, 2007

Assist e correzioni

Il lavoro e' quasi terminato. Stamattina ho tracciato l'assist che riprendero' ora con una colla per doratori. Di seguito studiero' un buon carattere per apporre il nome all'icona. Tra una settimana circa stendero' il primo strato di olifa, che rendera' resistenti e semi trasparenti i pigmenti, ammorbidendo i contrasti.

Ho provato ad editare la foto appena scattata, senza troppi miglioramenti. Oggi qui e' una splendida giornata primaverile e la luce riflessa dall'icona e catturata dalla fotocamera flette troppo verso il blu... i limiti della tecnologia digitale...

Saturday, March 31, 2007

Schiarimenti

Completati gli schiarimenti della tunica. Gli schiarimenti sono generalmente basati sull'utilizzo del pigmento bianco derivato dall'ossidazione del piombo.... Bianco di Piombo per l' appunto. Appena steso e' piuttosto brillante, ma in 2 o 3 giorni diventa sempre piu' trasparente asciugandosi. Per questo motivo, in questa fase del lavoro, i colpi di luce della tunica sembrano "troppo" brillanti.
Da considerare poi che, alla fine della pittura, l'icona verra' protetta con uno strato di Olifa (Olio di lino cotto con sali di Cobalto) che penetrando tra i colori, li rende semi-trasparenti... ho un motivo in piu' per utilizzare schiarimenti decisi... pena il ritrovarsi, a fine lavoro, con una tunica con schiarimenti quasi invisibili.

Thursday, March 29, 2007

Campiture

Faccio una rapida pausa per postare lo stato attuale dell'esecuzione dell'arcangelo. Le campiture di colore sono quasi complete, appena avro' rimesso in evidenza ove necessario, la grafia, procedero' ad eventuali velature di correzione del tono. Nel complesso sembra ben equilibrata e fedele al modello.

Wednesday, March 28, 2007

Doratura

Ho terminato ieri la doratura dell'arcangelo commissionato. Progressi lenti per aver dedicato tempo anche alla finalizzazione di 2 altri lavori che presto verranno consegnati. Sono comunque al lavoro sulle campiture dell'arcangelo... domani, con una luce migliore, postero' una nuova foto. Ho gia' fatto troppi danni con questa pessima foto della doratura...

Saturday, March 24, 2007

Gessatura

La tavola, intelata ed asciutta, viene poi gessata. A tale scopo si utilizza una miscela di Gesso MEUDON (carbonato di calcio), acqua, colla di coniglio, sapone di marsiglia liquido ed olio di lino cotto. La risultante e' un gesso di consistenza gelatinosa a temperatura ambiente, estremamente malleabile ed elastico una volta asciutto. Il tipo di gesso utilizzato varia a seconda della tecnica di doratura che si utilizzera' nelle fasi successive di lavoro. Io per il momento prediligo la piu' semplice doratura a "colla" (o missione.. per usare il termine tecnico), per la quale utilizzo una gessatura mediamente dura (il Meudon, appunto). Tornando alla gessatura... la miscela del gesso, appena preparata e' piuttosto calda (35/40 gradi) ed ancora allo stato liquido, della stessa consistenza della panna da cucina: preferisco, in questa prima fase, stendere i primi 2/3 strati di gesso con un pennello a setole dure facendo passare almeno 1 ora tra una mano e l'altra. Successivamente, ad intervalli di 3 e 12 ore si stendono mani abbondanti di gesso in gelatina, spianate con una spatola da carrozziere ben affilata e con gli spigoli arrotondati.
Dopo circa 12 mani di stesura si ottiene uno strato di gessatura spesso circa 1 mm. Con pazienza si spianano le irregolarita' reimpastando la superficie con le proprie mani e si tira a lucido la gessatura fino ad ottenere la lucentezza dell'avorio molato: la tavola e' ora pronta per accogliere le fasi successive (doratura-pittura-rifinitura), ma prima il retro va colorato (se il legno e' troppo chiaro), isolato dagli attacchi di germi e funghi, e lucidato con gommalacca e cera.

Saturday, March 17, 2007

Intelatura

Una volta tagliata, scavata e rifinita la tavola, si passa all'intelatura. Sulla superficie ove si stendera' il gesso, viene incollata (10% di colla di coniglio in acqua) una tela di cotone. Questo stratagemma ha 2 ottimi risultati: creare una superficie ideale ove far aggrappare il gesso e fungere da ammortizzatore ai naturali movimenti stagionali del legno. L'asciugatura della colla durera' almeno mezza giornata. Appena asciutta, tagliero' via le eccedenze di tela e con una lama affilata eliminero' eventuali imperfezioni superficiali del tessuto. Inutile dire che questa e' una fase molto delicata della preparazione del supporto, OGNI piccola bolla d'aria va accuratamente eliminata...qualsiasi gas, se riscaldato si espande... la tavola verra' ripetutamente scaldata col phon in fase pittorica per facilitare l'essiccazione dei pigmenti. Non eliminare le bolle d'aria significa veder apparire crepe in fasi successive del lavoro.

Friday, March 16, 2007

Preparazione della tavola

Non ho con me una tavola gia' pronta per dipingervi il soggetto. Ne approfitto quindi per postare la procedura di preparazione del supporto.
Il primo passo e' il taglio del legno in una tavola delle proporzioni adatte ad accogliere il soggetto e la definizione della culla (o arca): la depressione centrale nella tavola in cui si dipinge.

La culla viene poi scavata per 4/5 millimetri, io uso a tale scopo una fresatrice elettrica, definendo prima il contorno dello scavo, poi rifinendolo con una punta a 60 gradi : questo passaggio addolcisce il dislivello tra la "cornice" e la culla. Di seguito completo lo scavo e carteggio fino ad ottenere una superficie moderatamente regolare. Le eventuali imperfezioni verranno livellate nei successivi passaggi di preparazione.



La superficie della tavola viene poi isolata con una colla di pelle di Coniglio diluita al 2% in acqua per evitare la creazione di bolle d'aria tra tavola e gessatura, causata dalla naturale porosita' e traspirazione del legno.

Thursday, March 15, 2007

Schema degli schiarimenti

Non ho molto tempo oggi per lavorare... giusto il tempo di postare e poi devo uscire. Ho completato uno schema degli schiarimenti dell'icona del Michele Arcangelo. I colori sono volutamente falsati per accentuare al massimo il contrasto fra i vari passaggi di schiarimento (giallo=tenue, arancio=medio, Rosso=schiarimento forte). Mi aiuta alla comprensione dell'equilibrio delle luci e mi aiuta a tenere organizzata la scaletta di interventi sulla tavola. Questa e' un'icona semplice...per quelle complesse e' estremamente importante organizzare tutto con fogli e matite prima di passare al pennello.

Wednesday, March 14, 2007

Assist e correzioni

La relativa linearita' del lavoro emerge.. sto rapidamente andando avanti. Ho corretto la linea delle labbra e del naso, inserendo uno studio preliminare dell'assist delle ali. Domani effettuero' la prima prova colore su carta e poi procedero' alla preparazione della tavola.


Grafia (3)

Penso di essere sulla strada giusta... iniziero' a studiare l'assist e la colorazione e nel frattempo terro' in considerazione piccole variazioni nel volto.

Grafia (2)

La grafia e' quasi completa, lavorero' ora al volto ed a piccolli dettagli dell'intera composizione per renderla piu' armonica ed elegante. Preferisco sempre lavorare volto e chioma in un foglio piu' grande per potermi soffermare con piu' facilita' sui dettagli. Di seguito unisco i vari studi con un programma di fotocomposizione.

Tuesday, March 13, 2007

Prima Grafia

Inizio ad avere tra le mani qualche studio da mostrare. In particolare mi sono concentrato oggi sulla chioma, essendo molto complessa, estremamente importante nella composizione... e nel contempo esprime una morbidezza impressionante. Il risultato mi sembra soddisfacente ed ora mi rivolgero' nuovamente allo studio del panneggio, di cui ho gia' realizzato uno schizzo ma che ancora non e' cio' che cerco in quanto a precisione ed eleganza...

Saturday, March 10, 2007

Prima Commissione

Finalmente la prima commissione targata Croazia... realizzero' una copia dell'arcangelo Michele di Rublev proveniente dall'iconostasi di Zvenigorod, attualmente nella galleria Tret'jakov di Mosca.

Il "caso" vuole che, tempo fa, abbia iniziato a studiare proprio questo modello e che sia un po' restio ad affrontare le chiome. Questo modello ha una chioma complessa, importante nella definizione degli equilibri nella composizione e delle masse. Proprio l'icona che mi serve realizzare....

Il "caso" e' la firma che "Qualcuno" appone per rimanere in incognito...

Thursday, March 01, 2007

Incarnato e chioma del S.Michele

Montre comincio a studiare i ritocchi alla grafia del S.Gabriele, posto un'immagine di Michele Arcangelo, di cui ho completato incarnato e chioma. Domani conto di completare i preziosismi delle vesti, l'assist (la doratura delle vesti) ed i dettagli per poterla finalizzare (nimbo, iscrizione del Nome).

Se solo avessi una fotocamera con una messa a fuoco decente...


Sunday, February 25, 2007

Arcangelo Michele

Il lavoro su questa tavola procede bene, Gli schiarimenti delle ali e delle vesti sono pronti, mancano alcune velature di correzione del tono e successivamente passero' all'elemento principe: l'incarnato.



Saturday, February 10, 2007

Arcangelo Gabriele

Come promesso, posto la grafia dell'arcangelo Gabriele... terzo elemento del trittico il esecuzione. La grafia e' ancora un "work in progress", difatti ho deciso di non fissarla ancora sulla tavola. Qualcosa del volto, e della chioma ancora non mi soddisfa, sebbene sia soddisfatto dell'intensita che sono riuscito a dare allo sguardo. Questa tavola e' un po' piu' complessa dell'Arcangelo Michele. Posporro' la sua esecuzione al completamento di Michele, il quale mi servira' come propedeutico. Intanto noto con preoccupazione che le mie riserve di oro sono agli sgoccioli. Potro' dorare la tavola su cui dipingero' Gabriele ma sicuramente non la croce. Urge aquistare nuovo oro...



Doratura

Ieri ho steso la colla e dorato la tavola. Stamattina ho steso un velo protettivo di gommalacca sull'oro e rimosso la mascheratura del gesso. La doratura e' pronta. Daro' un'altra occhiata al modello originale e poi iniziero a stendere i pigmenti... giusto il tempo di andare giu' in cucina e prendere 2 uova e mezzo bicchiere di vino bianco per preparare l'emulsione (cio' che permette ai colori di fissarsi alla tavola).

Thursday, February 08, 2007

Trittico

Attualmente sto lavorando ad un trittico da collocare in una cappella o presso l'altare. Non ho un committente, ma non posso fermarmi... equivarrebbe al perdere manualita'. Per chi non e' del mestiere puo' apparire strano, ma bastano pochi giorni senza il pennello in mano per avere problemi nell'iniziare un nuovo lavoro. Sto cercando contatti per poter organizzare una mostra... questo Trittico sarebbe, appunto un bellissimo esempio del mio lavoro da esporre. Per il momento ho completato lo studio della grafia della croce e del S.Michele Arcangelo; lo studio sulla grafia del S.Gabriele Arcangelo e' praticamente completo... lo postero' in serata o domani. Intanto ecco due foto: La croce con la prova di composizione, e la tavola su cui ho riportato la grafia del S.Michele.

I miei Lavori (10)

Ed ecco che posto l'ultimo lavoro completato, d'ora in avanti postero' immagini delle tavole in lavorazione.

I miei Lavori (9)

Ecco tornare il soggetto della Madre di Dio di Novgorod. Comincio a sentire fortemente l'esigenza di una buona Fotocamera. Inizio a gestire i colori in modo adeguato, e le riproduzioni che sto postando non rendono minimamente l'idea della luminosita' dei pigmenti. L'icona non e' ancora completa, manca la doratura della tunica del Cristo e delle decorazioni del Maphorion della Madre (il Maphorion e' il manto che la avvolge... in questo caso rosso ciliegia), e mancano le iscrizioni dei nomi... ultimo passo nella scrittura dell'icona.

Wednesday, February 07, 2007

I miei Lavori (8)

Ed ecco la commissione di cui parlavo 2 post fa. Una tavola di 80x80 Cm il cui soggetto e il Cristo assiso tra le Potenze. Posto anche una foto scattata nel corso della realizzazione della tavola, che serve a dare un'idea delle dimensioni.

I miei Lavori (7)

Sebbene lo abbia realizzato prima del piccolo Volto per il fratello di mia moglie, posto adesso il primo dei 2 lavori commissionati dalla parrocchia "Immacolata" di Latina. Si tratta di un Volto che sara' collocato sull'altare maggiore. Lavorare un volto di queste dimensioni mi ha permesso di approfondire elementi quali lo sguardo,la chioma ed il controllo della miscela in incarnati piu' estesi.

I miei Lavori (6)

Questo e' un piccolo Volto di Cristo (A5 circa), realizzato come dono di nozze per il fratello di mia moglie. Lo realizzai in contemporanea al grosso lavoro commissionato per la Parrocchia "Immacolata" di Latina che vedete nel post in alto.

I miei Lavori (5)

Madre di Dio con Bambino di Novgorod.
Recentemente ho riaffrontato il soggetto migliorando lo studio del modello originale e variando dettagli delle vesti e dei volti.