Wednesday, April 29, 2009

Studio del soggetto: GRAFIA (3 di 3)

Quando saremo soddisfatti della grafia ottenuta, possiamo affrontare i passi necessari al trasferirla su tavola gessata e lucidata.

Per prima cosa controllate le proporzioni della culla della tavola che avete a disposizione e le proporzioni della grafia che avete disegnato: se avete una tavola di proporzioni adatte allora non c'e' nessun problema, ma se le proporzioni sono differenti allora dovrete fare qualche prova per vedere come sistemare la grafia in una culla differente. Per trovare un buon equilibrio compositivo, se lavorate con una tavola di proporzioni differenti a quelle del modello originale, tenete conto di questi punti fermi:
-Il nimbo puo' uscire sulla cornice ma non sovrapporsi al bordo rosso dell'icona
-Mani od altri elementi della grafia possono uscire sulla cornice ma non gli angoli inferiori della grafia: nel caso del S.Michele che stiamo osservando non possiamo far uscire dalla culla gli angoli inferiori dx e sx del corpo, se lo facessimo andremmo ad ignorare il ruolo della cornice.
-Cercare sempre di mantenere un rapporto tra masse piene e vuote di 2/3 (cioe' nella culla 1/3 dello spazio disponibile deve andare alla doratura di fondo).

Ad equilibrio raggiunto, sovrapponete la vostra grafia (se necessario fotocopiata nella giusta grandezza) alla tavola, fermatela con due pezzi di nastro adesivo (io uso quello a bassa presa) e ponete tra tavola e foglio la carta grafite. Ricalcate la grafia. Ricordate di riportare con una piccola crocetta anche il centro geometrico del nimbo ed il contorno del nimbo)

A questo punto avrete la grafia su tavola tracciata con un tratto a grafite. Con un pennello da grafia ritracciate la grafia usando un paio di gocce di china nera (non quella impermeabile) diluita con qualche goccia d'acqua (la china deve risultare scorrevole ma non slavata). Non preoccupatevi di essere precisissimi, lasciate spazio a piccole modifiche se le ritenete necessarie.

Prima di concludere bisogna incidere il nimbo per averne un riferimento preciso a doratura ultimata: io copro il centro geometrico del nimbo con un piccolo pezzo di plastica trasparente (1cm x 1cm) ottenuto dal plexiglass che copre cornici fotografiche economiche, poi lo fermo con del nastro adesivo. Di seguito punto il compasso sul centro geometrico del nimbo (ora protetto dalla plastica) ed incido delicatamente il contorno del nimbo con l'altra punta metallica del compasso.

Con una gomma ripulite eventuali sporcature della gessatura e residui del nastro adesivo. Potete ora affrontare la doratura della tavola.

Piccola nota per concludere: frequentemente sento di persone che incidono direttamente la grafia su gesso con una punta di metallo. Mi permetto di suggerire che e' un approccio sbagliato: l'incisione a "punta secca" e' un metodo utilizzato soprattutto per la produzione seriale di icone in botteghe a conduzione familiare, per lavorare velocemente su piu' pezzi (solitamente il garzone di bottega incideva la grafia fornita per poi passare la tavola ad altri i quali avviavano le campiture; e' un semplice espediente tecnico che serve a far risparmiare tempo, ma ingabbia la composizione).

Intendo dire che per fare icone non bisogna solo "seguire la tradizione", ma bisogna anche essere attenti all'estetica, sviluppare sensibilita' per forme e colori, ricercare il giusto colpo di pennello. Incidere la grafia significa ingabbiarla in una forma definitiva senza poterla piu' correggere... invece in corso d'opera noterete moltissimi dettagli da correggere: in dito non di forma giusta, una piuma da spostare, un labbro da fare leggermente piu' spesso. La ricerca della precisione data dall'incisione della grafia e' un finto vantaggio, per il semplice fatto che la "perfezione" che si cerca e' una falsa perfezione: dovete, si, cercare di essere aggraziati e precisi, ma un buon lavoro pittorico vive e risplende anche delle piccole imperfezioni date dai ripensamenti dell'autore. Provate ad osservare una granda icona come quella della "Trasfigurazione" di Teofane il Greco: noterete che e' piena di ripensamenti, sia piccoli che grandi.

Nell'immagine sotto (tratta proprio da tale icona) notate nelle mani come sono state variate, od in alcuni elementi delle vesti.Sono proprio questi ripensamenti che rendono piu' vivo il tratto. L'occhio puo' non registrali, ma il cervello si. Non chiudetevi in una gabbia con l'incisione della grafia, imparerete a gestire con piu' grazia il pennello. L'icona si DIPINGE, non si produce in "fasi".

Ad Majora

Monday, April 27, 2009

Studio del soggetto: GRAFIA (2 di 3)

Avendo ora fissata su carta la giusta proporzione della culla e la corretta posizione geometrica del nimbo, inizio a lavorare al disegno vero e proprio. Per rendere il lavoro scorrevole ed organizzato, uso tre colori a tempera: giallo, arancio, rosso. Tale espediente mi aiuta a mantenere ordine nella definizione della grafia e nella sistemazione delle masse.

Apro una piccola parentesi che, per chi e' navigato in disegno, non e' una novita': la pittura, come qualsiasi arte grafica e' FONDATA sul disegno a mano libera. Non potrete dipingere un'icona degna se alla base non c'e' molto lavoro con carta e matita... e' meglio impegnare un mese nel solo disegno piuttosto che precipitarsi verso la fase pittorica, la quale risulterebbe impacciata e disordinata. Chiusa parentesi.

Per perfezionare il proprio tratto e' necessario sapere come si prepara un buon disegno e come il nostro cervello deve essere educato ad affrontarlo. Ecco un semplice schema:
-posizionare le grandi masse
-verificare le masse "negative"
-posizionare le masse secondarie
-sbozzare i dettagli
-definizione dei dettagli e del volto
-centratura delle pupille
-Pulitura e rifinitura del "peso"

Le prime 4 fasi solitamente le affronto disegnando esclusivamente con la matita gialla (preferisco le Staedler a taglio triangolare: la mina e' di ottima qualita, non sfarina e le sovrapposizioni di colore sono ottime, in piu' il taglio triangolare della matita risulta molto confortevole per la muscolatura della mano durante lunghe sessioni di disegno). Per prima cosa cerco di sistemare sul foglio le grandi masse. Continuando ad analizzare il S.Michele di Rublev, le grandi masse sono date da: volto, chioma, ali, corpo. Lavoro evitando di essere preciso, non cerco di tracciare subito la "linea perfetta"; tracciando molte linee diamo "liberta' di movimento" al nostro cervello, che che ci aiutera' a trovare quali tra le tante linee sono quelle che maggiormente assomiglino alle linee "giuste".
Finite di sbozzare le grandi masse, verifico le "masse negative", cioe' le forme date dall'assenza delle masse sopra citate. Se notate la doratura della culla ha una forma ben precisa, (ad esempio lo spazio compreso tra l'ala dx e la chioma). Tenendo conto di queste masse negative, verifico quelle positive e, se necessario, correggo la sbozzatura.

Inizio ora a posizionare (sempre con il giallo) le masse secondarie. In questa icona sono: la fascia nella chioma, forma del manto, piumaggio azzurro, tunica, armatura (copre il petto ed in questo caso e' gia' definita dalla doratura). Ogni massa secondaria ha una forma precisa, con angoli precisi. Per ogni massa sbozzata avrete nuovi riferimenti per correttamente sbozzare le altre posizionandole giustamente nella composizione, quindi non abbiate paura di correggere e tracciare nuove linee.Le masse secondarie sono ora posizionate ed e' possibile affrontare la SBOZZATURA dei dettagli (lo evidenzio perche' spesso si commette l'errore di voler in questo momento iniziare a tracciare i tratti precisi del volto o delle mani). Bisogna rimanere ancora in fase di sbozzo. Definisco le pieghe delle vesti e solitamente traccio una linea per definire inclinazione ed orientamento del volto, assieme ad una per stabilire l'altezza degli occhi. Noterete che il volto e' inclinato di lato e voltato verso la sua Sx. Rispettate tale orientamento nelle successive fasi.

Passo ora al secondo colore. Usando l'arancio posso sovrapporre tratti alla prima sbozzatura gialla avendo un buon contrasto e mantenendomi sempre "guidato" dal precedente lavoro. A questo punto avremo osservato la sbozzatura per diverso tempo, ed il nostro cervello avra' inconsciamente selezionato dove piazzare linee piu' precise. Riprendo l'intera sbozzatura e la approfondisco definendo meglio la grafia. Non e' necessario cercare ancora le linee definitive, ma bisogna lavorare tendendo ad esse. Solitamente in questa fase definisco gli elementi del volto (occhi, bocca, naso, arcate ropraccigliari), della chioma, le dita. Le vesti vengono ancora piu' definite cercando di ripetere il ritmo e l'ordine dato dalle pieghe delle vesti nel modello originale.

A questo punto passo al colore rosso, che deve essere ben appuntito (mi raccomando di usare sempre un temperino ben affilato e di non far cadere la matita a terra, l'urto spezzerebbe la mina all'interno del legno e vi ritrovereste a temperare perdendo continuamente la punta). Definisco bene i contorni delle masse, i dettagli delle vesti, delle mani e tutto il resto. In ultimo lavoro al volto.

Le pupille sono l'ultimo elemento che rifinisco. Devono essere assolutamente ben centrate: solitamente formano assieme al naso un triangolo, le cornee sono leggermente ellissoidali (schiacciate in verticale) e quella piu' "lontana " deve essere leggermente piu' piccola di quella vicina. Anche le pupille non sono mai tonde ma leggermente ellissoidali.

Con una matita-gomma, mi aiuto nel definire correttamente la grafia. Successivamente ripulisco i tratti inutili con una gomma. In ultimo, modulando la pressione della matita, rendo piu' spesse alcune delle linee dove il modello originale suggerisce (ad esempio il margine esterno del manto od il margine tra manto ed armatura... allenatevi a notare questi dettagli). Talvolta, una volta completata la grafia con i tre colori, la riporto su un altro foglio ponendola sul vetro della finestra, ottenendo cosi' una grafia pulita e grossomodo definitiva, che puo' essere ancora migliorata in piccoli dettagli (inclinazione degli occhi, larghezza e forma delle labbra, forma delle piume, inclinazione e forma delle dita... etc).

Piccola nota: il modello originale di questa icona e' moderatamente danneggiato e manca l'angolo inferiore sx. Per ricostruirlo mi sono basato su diverse icone dello stesso periodo ed icone dello stesso autore.



La grafia e' ora completa.

Sunday, April 26, 2009

Studio del soggetto: GRAFIA (1 di 3)

Come per la doratura, sono sempre rimasto vago riguardo al come studio l'icona da realizzare. Penso sia utile condividere il come affronto tale fase: Uno studio debole del soggetto complica di molto la fase pittorica, uno studio solido rende la fase pittorica scorrevole e facilmente gestibile, inoltre uno studio ben svolto ed archiviato puo' essere approfondito e rimaneggiato con facilita'. In questo caso affrontero' prettamente lo studio grafico dell'icona, ma e' fondamentale che per ogni icona realizzata vi sia anche uno studio del background del modello originale (periodo storico, luogo di realizzazione, teologia dell'icona).

Cosa uso:
-Matita di grafite di media durezza (HB o 2H)
-Fogli di carta di grammatura media
-Fogli di carta traslucida
-Carta grafite (che non e' carta carbone, ma proprio carta grafite)
-Matite colorate (Giallo, arancio, rosso)
-Gomma per grafite di buona qualita' e temperino ben affilato (non sottovalutate mai questi strumenti
-Compasso (sia con grafite che doppia punta di metallo)
-Matita "gomma" (una matita che al posto della grafite ha una gomma di media durezza, utilissima per intervenire su singole linee)

Come divido il lavoro:
-Analisi delle proporzioni
-Disegno su carta
-Pulitura
-Trasferimento su tavola
-Archiviazione

ANALISI DELLE PROPORZIONI:
E' una fase utile al fissare elementi importanti della composizione: il nimbo ha un suo peso e non puo' sbilanciare l'equilibrio delle masse, necessario quindi stabilire con precisione la grandezza e la posizione dei nimbi... ecco come, bastano una squadra a 90 ed un compasso:

Riportate su carta un rettangolo delle stesse proporzioni della "culla" dell'icona (la zona all'interno della cornice), mettetelo poi da parte (vi tornerete nella fase del disegno vero e proprio); rivolgetevi ora alla riproduzione del modello originale, appoggiate su di esso un foglio di carta traslucida e fissatelo con un po' di nastro adesivo. Tracciate il margine della culla aiutandovi con la squadra, poi scegliete 2 punti (A e B) sulla circonferenza approssimativa del nimbo e tracciate una linea che li attraversi. Adesso prendete il compasso e centratelo sul punto A, aprendolo fino a B, tracciate un'arco all'interno del nimbo. Ripetete la stessa operazione centrando su B. I due archi si incroceranno (nel punto L). Adesso misurate la porzione di linea AB... dividete per 2 e troverete il centro (P) della stessa. Tracciate una retta passante per P ed L. Ripetete l'intera operazione prendendo altri 2 punti sul nimbo: la linea PL e la sua corrispettiva,si incroceranno nel centro geometrico del nimbo.Ora che avete il centro geometrico del nimbo, segnatevi la sua posizione rispetto ai margini della culla ed il raggio. Riportate tutto sul vostro foglio da disegno (su cui era gia' tracciata la culla di giuste proporzioni). Avrete ora una base solida su cui ridisegnare il modello in studio.


Tuesday, April 21, 2009

Lucidatura della Gessatura e Doratura a Missione (3 di 3)

A questo punto vi troverete con questi elementi:
-Una tavola lucidata, con grafia, mascherata, su cui e' stato tamponato un velo lucidante di gommalacca (al 2%). La colla e' stata stesa ed e' sufficientemente asciutta da "cantare".
-Una serie di listarelle di foglie d'oro a doppio spessore.

Ponete accanto a voi il pennello di visone ed un foglio di velina (senza grinze) su cui era adagiata la foglia d'oro di una precedente doratura. Se non l'avete allora userete la prima velina che libererete dalla foglia d'oro. Toglietevi anelli, catenine, orologio: tutto cio' puo' graffiare le foglie appena stese.

Prendete una listarella dalla parte del bordo ed adagiatela sulla zona da cui avete iniziato a stendere la colla. Preoccupatevi di non fare grinze, ma se capita non andate in panico, le risolveremo dopo, quindi non risollevate una listarella parzialmente adagiata. L'oro si attacchera immediatamente al velo adesivo della colla, rimuovete la velina. Il foglietto successivo sovrapponetelo di 1 mm al foglietto precedente. Completate la cornice cecando di essere regolari nella stesura. Conservate tutte le listarelle cui sono rimaste parti di foglia d'oro attaccate, serviranno in seguito.

Completata la cornice dedicatevi al resto della doratura. SIATE ORDINATI nella stesura delle foglie: una pecca di questo metodo di doratura e' il leggero bordo delle foglie visibile a lavoro completato anche egregiamente. Disporre ordinatamente le foglie equivale a non disturbare l'osservatore con imperfezioni.

Terminata la stesura delle listarelle utilizzate gli "avanzi" delle foglie d'oro su velina per turare eventuali fessure tra una foglia e l'altra. Pressate con decisione la foglia sopra la colla ancora scoperta (a questo punto sara' meno adesiva) utilizzando come membrana una velina senza grinze. Quando sarete sicuri di aver turato ogni fessura, prendete un foglio di velina e pressate con un polpastrello tutta la doratura. Attenti a non far slittare la velina (l'oro e' piuttosto scivoloso e sensibilissimo alla frizione). Con il pennello con cui avete steso la colla (ora sgrassato ed asciutto), con leggerissimi tocchi, fate aderire l'oro leggermente sollevato tra colla e bordo della mascheratura. Col pennello di visone, allo stesso modo, assicuratevi che il piccolo sollevamento che si crea nelle sovrapposizioni tra una listarella e l'altra sia livellato.

A questo punto io attendo circa un'ora, affinche' la colla continui a tirare.

Piccolo consiglio: la tamponatura della gessatura (spiegata precedentemente,) potrebbe aver creato qualche problema alla mascheratura in quanto contenente molto alcool, il quale potrebbe aver sciolto il collante sul bordo della mascheratura: ponete molta attenzione a queste zone ed assicuratevi che l'oro sia ben aderente. Ricordatevi di queste zone anche nella successiva pettinatura con l'ovatta (che spieghero' di seguito): l'ovatta potrebbe attaccarsi alla mascheratura sfilacciandosi e diventando un problema per la laccatura protettiva finale.

Come rimediare ad imperfezioni della doratura: per turare una fessura basta prendere un pennello a punta sottile e spargere SOLO sulla gessatura scoperta la colla per doratori a base d'acqua (asciuga in 15 minuti). Attendete che sia quasi asciutta, poi tappate la falla con uno degli avanzi delle listarelle precedentemente usate. Pressate bene con la velina.

Prendete ora il pennello di visone e, tenendolo parallelo alla tavola, picchiettate tutta la doratura: l'oro in eccesso verra' via in barbigli leggeri; usando il pennello, cercate di raccoglierlo in un barattolino di vetro sgrassato: potra' essere successivamente rivenduto in oreficeria. Quando avrete ripulito la doratura, con un batuffolo di ovatta iniziate a "pettinare" delicatamente la doratura lucidandola: l'oro e' incredibilmente malleabile ed il come agiamo con l'ovatta, creera' minuscoli graffi che influenzeranno il come la luce incide e deflette dalla doratura. Io solitamente lucido in movimento circolare i nimbi, il fondale lo lucido con tratti orizzontali e regolari, la cornice seguendo il senso della cornice.

L'oro e' ora lucido e pettinato, non dovrebbero esserci fessure tra una listarella e l'altra. Con delle pinzette tirate via eventuali sfilacciature di ovatta attaccate alla mascheratura.

Abbiamo quasi terminato: prendete ora un pennello mediamente morbido a taglio squadrato (io uso quello con cui ho steso la colla) e stendete un velo di gommalacca al 10% su tutta la doratura: siate regolari e non tornate mai su zone gia' spennellate. L'oro perdera' qualche grado di brillantezza ma sara' protetto da frizione. Potrete anche provare ad usare diversi tipi di gommalacca: io ad esempio ho provato a stendere una gommalacca chiara sul fondale ed una gommalacca leggermente bruna per i nimbi. I risultati sono sempre interessanti ...purche' non si pasticci con le pennellate.

Per concludere tirate via la mascheratura. Con una gomma di pasta media appuntita rimuovete i residui di colla che troverete sicuramente ai bordi della doratura.

Ad Majora.




Lucidatura della Gessatura e Doratura a Missione (2 di 3)

STESURA DELLA COLLA ED APPLICAZIONE DELLE FOGLIE:
Le foglie d'oro che si usano per la doratura a missione NON sono "libere", sono cioe' utilizzate ancora aderenti al foglio di velina del libretto. Con forbici affilate e sgrassate in alcool, tagliate via il bordo in eccesso di velina su tre lati del foglietto, lasciate solo la sbordatura maggiore ( aiutera' a manipolare le foglie d'oro) e dividete in tre listarelle uguali la foglia d'oro (secondo quanto suggerito dall'immagine di seguito): avrete 3 listarelle comode da manipolare e di larghezza sufficiente a dorare la cornice dell'icona senza troppe sovrapposizioni.Ripetete l'operazione finche' non disporrete di oro sufficiente a dorare la tavola. Adagiate le listarelle in una zona del piano di lavoro pulito e lontano dalle vostre mani in movimento (la polvere si nota sulla doratura e correnti d'aria possono far volare via una foglia d'oro) e dedicatevi alla stesura della colla.

Per icone medio/piccole si puo' usare la Missione con asciugatura in 3 ore. Il colore della lefranc e' violaceo per essere notata su vaschette in porcellana. Ponetene una quantita' non eccessiva su un piattino ed intingete il pennello sintetico a taglio squadrato, mantenetelo moderatamente carico e iniziate a stendere la colla. Saro' diretto: dovete essere rapidi e precisi, la colla non deve iniziare a rapprendersi da nessuna parte finche' non si e' stesa sull'intera tavola, quindi se tracciate una pennellata di colla da sx a dx, alla pennellata successiva dovrete allargare sia verso dx che verso sx la stesura. Sempre per tale necessita' consiglio la mascheratura con pellicola da tecnigrafo, poiche' eliminerete il problema dei bordi e potrete lavorare speditamente. Ecco come solitamente procedo:
-Avvio un cronometro ed inizio da un angolo della cornice ed inizio a stendere la colla solo sulla cornice stessa
-Una volta stesa la pennellata ed avvertito che il pennello e' scarico, tiro nuovamente la stesura allargandola senza ricaricare il pennello. La colla deve essere stesa e tirata.
-Per le pennellate successivo alterno il senso in cui stendo la colla: se inizio dall'angolo in basso a sx e la prima stesura procede verso l'alto, la seconda stesura partira' nuovamente dall'angolo inferiore sx per propagarsi verso l'angolo inferiore dx. La terza stesura riprendera' da dove avevo finito di tirare la prima, la quarta da dove era terminata la seconda... e cosi' via fino a ricongiungere le due stesure all'angolo superiore dx.
-Ogni volta che ho finito di tirare la colla, a pennello totalmente scarico "pettino" la colla appena stesa con delicatissime pennellate perpendicolari al senso di stesura (i peli devono appena sfiorare la superficie della colla). La "pettinatura" eliminera' le striature lasciate dal pennello.
-Una volta terminata la cornice, inizio a riempire la doratura interna, partendo dalla zona vicina a dove ho iniziato la cornice. Cerco di mantenermi con tirature regolari, senza accumuli e sempre pettinando la stesura data. Tenete a portata di mano una pezzetta ed un barattolino con essenza di trementina (io uso i barattolini in vetro per marmellata grossi quanto una noce): appena finito di stendere la colla intingete il pennello nell'essenza di trementina e ripulitelo a fondo con la pezzetta. Ripetete finche' al tatto il pennello apparira' sgrassato.

Una volta completata la stesura della missione, riponete la tavola in una zona areata ma al riparo dalla polvere (uno scatolo di plastica con fori laterali oppure il doppio fondo di una scrivania).

L'asciugatura della colla dipende dal grado d'umidita' dell'aria, ma contando che in casa si ha piu' o meno tra il 60% ed il 65% di umidita', e' opportuno non lavorare mai come se la colla asciugasse davvero in 3 ore. Asciughera' sicuramente prima.

Dopo circa 2h e 40min controllate lo stato della colla: passate delicatamente un polpastello pulito in una zona non importante della doratura (un angolo della cornice, possibilmente nei pressi del punto da cui avete iniziato a stendere la colla). Se la colla e' pronta allora "canta" cioe' produce il suono che di solito sentiamo quando passiamo il dito su piatti molto puliti e sgrassati (avete presente? Come lo stridio di una frenata). A questo punto possiamo dedicarci alla stesura delle foglie.


Monday, April 20, 2009

Lucidatura della Gessatura e Doratura a Missione (1 di 3)

Recentemente ho ricevuto diverse mail in cui si chiedono approfondimenti riguardo alla doratura; in effetti dopo aver spiegato l'intelatura e la gessatura, avevo solo abbozzato il discorso "doratura". Eccomi a colmare questa lacuna.

Possiamo dividere la doratura in 3 fasi: Lucidatura della gessatura, stesura della missione ed applicazione delle foglie, rifinitura. Le fasi naturalmente variano a seconda del tipo di doratura che si vuole applicare. Possiamo scegliere tra 3 modalita':
-doratura a Missione (foglie d'oro su velina impresse su una velo di colla)
-doratura a Bolo (foglie libere incorporate al bolo)
-doratura a Vernice (tecnica importata recentemente dai maestri russi, comprende una verniciatura della gessatura e stesura del bolo, ma le foglie si incorporano come per la doratura a missione)

La prima doratura si effettua su gessature medio-dure la cui miscela e' a maggioranza composta da Gesso di Meudon (parte minore in Gesso di Bologna od addirittura quest'ultimo assente)
La seconda (bolo) si effettua su gessature medio-morbide/morbide la cui miscela contiene piu' Gesso di Bologna rispetto al Meudon (meglio non escludere mai il meudon per garantire una minima rigidita' della gessatura)
La terza (vernice) richiede una gessatura media in cui le parti di Meudon e Bologna si equivalgono.

Mi occupero' in questa prima parte (di tre) della doratura a Missione.

Materiale occorrente: Gommalacca decerata sciolta in alcool al 10% (10 parti di alcool per ogni parte di gommalacca), gommalacca decerata sciolta in alcool al 2%, Ciotola con acqua, Pennello a taglio squadrato sintetico medio/morbido, missione per doratura della Lefranc, Libretto di foglie d'oro doppio spessore (caratura alta, l'oro puro non si ossida), pennello di visone, ovatta, un fazzoletto di cotone che non speli di almeno 10cm x 10cm.

Fase 1... LUCIDATURA della tavola:
Completata la gessatura, e' FONDAMENTALE eliminare le asperita' e lucidare il gesso. L'oro non perdona: una tavola non lucidata mostrera' tutte le proprie imperfezioni una volta dorata. Non sto parlando di un'astratta puntigliosita' ma della reale necessita' di non offrire al fruitore dell'icona elementi di distrazione: una lucidatura maldestra crea molte aberrazioni nella doratura e distrae l'osservatore dal soggetto dell'icona. Lucidare la tavola e' quindi una fase necessaria e va padroneggiata con pratica. Ecco come fare:
-appena completata la gessatura, lasciatela essiccare per 12 ore, dopo prendete una spatola d'acciaio inossidabile che sia flessibile e molto affilata i cui angoli siano stati smussati da una lima a grana fine: passatela di taglio (inclinata a 30° rispetto alla superficie) facendo saltare via i piccoli riccioli lasciati dalla gessatura.
-con un pennello largo e morbido, ben pulito, caricato d'acqua e strizzato moderatamente, inumidite la superficie della gessatura, adesso aspettate che sia quasi completamente asciutta e passate DELICATAMENTE su tutta la superficie un panno in fibra sintetica (come i seamless dei capi intimi): questo contribuira' ad eliminare i piccoli rilievi
-adesso tenete accanto a voi una ciotola con acqua pulita, inumidite il palmo della mano, e fate cadere qualche goccia d'acqua sulla gessatura: con movimenti decisi, ma mai bruschi "spazzolate" la superficie dell'icona allargando le gocce d'acqua usando il palmo della mano (precisamente la zona tra mignolo e polso) come se stiate spazzolando delle briciole da una tovaglia. Il movimento deve essere direzionato dall'esterno verso di voi. Ripetete diverse volte incrociando le direzioni della spazzolatura. Non preoccupatevi se il vostro palmo si ricopre di un velo di gesso... contribuira' alla lucidatura.
-Ogni due o tre mani di spazzolatura ponete l'icona sotto una luce radente esaminandola da ogni direzione: osserverete con facilita' quali zone necessitano ulteriori spazzolature. Con una carta vetrata finissima regolate lievemente eventuali scalini.
-Ripetete finche' la gessatura non avra' piu' irregolarita' ed osservandola da un punto di vista radente sara' modertamente riflettente, simile ad un avorio molato.

Bisogna ora procedere con la grafia del soggetto. Io preferisco lavorare su carta, poi riportare il disegno su tavola usando carta grafite e ritracciare su tavola con pennello ed inchiostro di china opportunamente diluito. A seguito della grafia e' opportuno mascherare con pellicola da tecnigrafo tutte le zone che non riceverano la doratura.

Ultimo passo da compiere e' la tamponatura: prendete il fazzoletto di cotone, ponete all'interno un po' di ovatta e richiudetelo facendone un tampone mediamente rigido privo di grinze. Intingetelo nella gommalacca al 2% e tamponate la gessatura. Non eseguite un semplice movimento di tamponatura, ma quando toccate la gessatura "tirate" in una direzione il tampone. Potrete iniziare a dare una "direzione" ai nimbi (tirando la tamponatura in modo circolare) o decidere di rimanere meno lucidi con tamponature meno "tirate" in alcune zone. La scelta dipende da voi. La gessatura dovrebbe essere ora leggermente bruna, liscia al tatto e riflettente se guardata di taglio. Assicuratevi che non vi siano barbigli di cotone od ovatta.

Fatto questo possiamo dedicarci alla seconda fase: la stesura delle foglie.

Friday, April 17, 2009

Riavviare la bottega...

...finalmente non e' solo un desiderio, ma una prospettiva concreta.

Ho ricevuto diverse mail da persone che hanno letto il blog e lo trovano utile... ho risposto a chiunque mi abbia chiesto approfondimenti su aspetti particolari della tecnica e ringrazio sentitamente per i complimenti ricevuti. Mi hanno aiutato a non mettere mai in secondo piano questo mio desiderio di riavviare il laboratorio.

Il mio ultimo viaggio in Italia mi ha permesso di sapere della nascita di una canale di vendita (presso le il convento francescano delle suore di clausura di Farnese). Iniziero' a riflettere sul come riavviare il laboratorio; ci sono molti pezzi che aspettano di essere completati e non vedo l'ora di rimettere mano ad oro e pennelli, mi manca il profumo della tempera.

Intanto ringrazio nuovamente coloro che mi hanno contattato... per altre domande, naturalmente, sono qui per offrire la piccola esperienza che ho.