Thursday, June 11, 2009

Aggiustare il tiro delle mie riflessioni

Queste mie riflessioni (ancora in corso di formulazione) riguardo al come affronto la modellazione dei volumi in una icona, sta avendo l'effetto da me sperato: ho ricevuto opinioni via e-mail e mi ha spinto a rianalizzare quanto ho scritto. Dopo aver completato questo post, andro' a rianalizzare e modificare alcuni passi dei post precedenti.

Senza dubbio mi ha aiutato l'opinione della mia collega Veronica, spero presto di ottenere la sua autorizzazione al pubblicare qualcosa sul blog.


Per iniziare intendo ripetere che cio' che pubblico sono MIE riflessioni, e percio' aperte a dibattito. Non mi alzo assolutamente al rango di "maestro" (e personalmente non gradisco mai quando qualcuno si autodefinisce tale), ma sono un pittore "in cammino"... le mie opinioni possono trovare conferma, essere rettificate od addirittura cambiare.

Ecco cio' che intendo specificare e/o rettificare dei miei precedenti interventi:

L'approccio: tutto cio' che scrivo e' cio' che mi ha aiutato ad affrontare il problema esclusivamente TECNICO della scrittura di una icona. Non intendo stabilire regole generali, che in iconografia sono molto rare (ripeto: dal punto di vista tecnico-metodologico), ma solo un "punto di riferimento" che mi aiuti a cogliere dove tali punti sono rispettati e dove "infranti". Nel precedente post avevo scritto: "Non intendo imbrigliare il modellato in uno schema rigido da ripetere "ciecamente", ma e' bene usare un concetto generale per poi cogliere, registrare e riprodurre le variazioni sul tema". Spero di aver definito con piu' chiarezza cio' che intendo.

I termini "prospettiva" o "griglia prospettica": possono essere facilmente fraintesi. probabilmente li rimuovero'. L'esempio migliore che ho per rettificare il mio pensiero (suggeritomi da Veronica) ed esprimerlo meglio e' il bassorilievo il quale simula un sopravanzamento od un arretramento dei piani senza avere necessariamente un "tutto tondo" (ad esempio in molte icone i gruppi di personaggi sebbene uno sovrapposto all'altro, poggiano i piedi sullo stesso piano del pavimento).

Il "Volume" e la luce: dando come esempio migliore il bassorilievo per descrivere il mio approccio allla modellazione dei volumi, penso di dover eliminare dai precedenti post i miei riferimenti di una luce "esterna" che batte su di un volume. In iconografia un volume viene modellato seguendo il semplice principio secondo cui il volume che sopravanza e' piu' luminoso. La punta del naso od uno zigomo sono quindi piu' luminosi di una guancia, specialmente se in scorcio. La luce sembra piu' emanare dall'interno dei corpi piuttosto che riflettere una luce esterna (appunto un'inversione della prospettiva). Contemporaneamente pero' sembra che questa luce che "emana" dal modellato, sia leggermente dall'alto.
Se ci fosse una fonte dall'alto e da sx (come cercavo di porre come esempio precedentemente, ma era un esempio per avere un "approccio" per poi cogliere le eccezioni) avremmo sempre lo stesso tipo di illuminazione per ogni elemento del personaggio, mentre cosi' non e'. In esempio posso portare l'arcangelo Michele

Osservatene le mani: se esistesse una fonte luminosa unitaria, i dorsi delle sue mani (entrambe rivolte a sx) riceverebbero piena luce, mentre cosi' non e'. Cio' si comprende per il semplice fatto che la nocche del mignolo (sia della mano dx che stringe la tunica che della sua mano sx che stringe la lancia) sono gli elementi piu' sopravanzati e come tali devono essere piu' luminosi.

Nel mio precedente post, non ho sottolineato sufficentemente che il pericolo di un modellato "non ordinato" sta' nello slegare gli elementi singoli di ciascun modellato... ad esempio potremmo non illuminare sufficientemente la noce del naso ottenendo un arretramento dello stesso. Il modellato del naso deve essere quindi in relazione a tutto il resto del modellato.

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